Un assaggio di una Regione tanto cara agli italiani – 24/29 Ottobre 2023

Il tour, organizzato dall’APS Campeggiatori dell’Imolese , ha coinvolto dieci equipaggi con destinazione finale Trieste ed alcune interessanti “digressioni”, di breve raggio,  che nell’avvicinarsi alla meta hanno moltiplicato l’interesse del viaggio stesso.

CAORLE è stata la prima “tappa” del nostro girovagare. L’Area Sosta “Ai Parchi”, poco distante dal centro cittadino, ha permesso la visita di una cittadina dal caratteristico porto fluviale “in piazza” e dal bel panorama sulle due spiagge separate da solidi “murazzi”.

Salutata Caorle e superato il confine Veneto/Friuli,  la meta successiva è stata dettata dai  molteplici interessi dei camperisti fra i quali spicca la valorizzazione degli “spunti  enogastronomici“ che si possono cogliere in giro per  l’Italia. Così, per non smentire la tradizione, il nostro successivo “approdo” e stato presso la Società Agricola Cisorio, a Ca Madeano, frazione di Palazzolo dello Stella in Provincia di Udine. Sistemati i camper nell’ampio prato antistante l’Azienda, abbiamo potuto apprezzare la passione dei giovani gestori nel portare avanti con grande perizia la cultura del vino. Alla accurata visita delle modernissime cantine, ha fatto seguito una ricca degustazione della produzione vinicola friulana, accompagnata da un altrettanto corposo menu con prodotti del territorio. Una vera a propria cena servita in una sala dove  faceva bella mostra una  candida tavolata apparecchiata con 20 coperti e ben 80 luccicanti  calici.  Terminata la cena e al fine di evitare rischi alcolmetrici,  il pernottamento  sul posto si è dimostrato una scelta lungimirante. Non solo per questo ma per tanti altri ottimi motivi, si conferma, ancora una volta, che le soste in strutture agricole siano essi agricampeggi o altre analoghe realtà, possono costituire sempre più modalità di accoglienza di reciproco interesse sia per i produttori che per i camperisti.

 

Il mattino successivo, divisi in gruppi, imboccando la  strada statale 14 della Venezia Giulia, in direzione Aquileia, ci siamo ritrovati a Torviscosa “città di fondazione”  o meglio “città aziendale” costruita negli anni Trenta del Novecento bonificando una zona paludosa della Bassa friulana. Nel periodo fascista  la logica dell’autarchia  indusse la SNIA Viscosa a utilizzare l’abbondante canna palustre della zona  per ricavarne la cellulosa, materia prima per la produzione del filato, la viscosa appunto. Tutto documentato dall’allora principiante regista Michelangelo Antonioni nel breve filmato “Sette canne per un vestito” reperibile tutt’ora su youtube. All’arrivo abbiamo subito realizzato che una sosta, anche se breve, valeva  davvero la pena e, soprattutto, grazie alla competenza della guida locale che ci ha accompagnato lungo un percorso dominato dalla architettura razionalista  dell’epoca. Abbiamo potuto constatare come  si sia ancora  ottimamente conservato un progetto che rispondeva alla esigenza di urbanizzare dal nulla una zona sottosviluppata con giardini, viali ed edifici necessari alle nuove maestranze, scegliendo un criterio  di assegnazione rigidamente gerarchico. Nella logica  impostata sul “paternalismo” industriale, al centro c’era l’Azienda con le due statue monumentali collocate al suo ingresso. Attorno ad essa si è sviluppato un contesto abitativo che collocava  le persone in base al ruolo sociale di appartenenza  in una posizione più o meno vicina alla sede dell’Azienda stessa, a partire dai dirigenti, gli impiegati, gli operai specializzati e giù fino alla manodopera meno qualificata. Un modello sociale desueto che ha sollevato fra noi non pochi commenti!

Lasciata TORVISCOSA altra tappa a AQULEIA. Qui, dopo l’arrivo nell’omonimo  camping “Aquileia”, ben attrezzato e ombreggiato, è apparso inevitabile non approfittare dell’occasione  per una visita pomeridiana alla vicina città di Grado. Siamo arrivati  all’ “Isola del Sole” dopo un breve tragitto in autobus percorrendo una strada costeggiata da entrambi i lati dalla laguna e affiancata da una pista ciclabile. Camminare per Grado, nel suo centro storico, è stata una esperienza rilassante; ci siamo ritrovati in atmosfere  veneziane tra vicoli, case di pescatori  e due  stupende basiliche dedicate a Santa Eufemia e a Santa Maria delle Grazie. La passeggiata si è poi conclusa con tonificanti “spritz” sorseggiati fronte mare. Il giorno dopo è iniziata la visita guidata di uno dei siti archeologici più importanti dell’Italia settentrionale. Mentre si percorreva la Via Sacra, ascoltando la guida, sembrava davvero che la vita dei nostri antenati romani si fosse materializzata sulle sponde del porto fluviale ora  interrato. Sempre la guida ha illustrato la genialità delle soluzioni studiate, già nel I° secolo, per trasportare  e scaricare le merci  provenienti via mare dal Mediterraneo e farle arrivare, tramite Aquileia, in tutta Europa; oggi diremmo un HUB ante litteram!  Ammirato il campanile, che affianca la Basilica Patriarcale di Santa Maria Assunta, l’ingresso della chiesa lascia ogni volta  stupiti e quell’enorme libro scritto con piccole tessere che ne costituisce il pavimento, ti riserva sempre la sorpresa di una figura che non avevi notato  o ti rimanda ad una storia con una “allegoria” che non avevi colto e che grazie alle spiegazioni della nostra guida, siamo riusciti ad interpretare. Sono talmente tanti i punti di interesse su quel pavimento che si rischia di dare solo una occhiata distratta al meraviglioso soffitto intarsiato, alla Cripta degli Scavi, alla Cripta degli Affreschi e poi via verso il Foro Romano con le sue colonne a testimoniare l’importanza e la magnificenza di Aquileia in quei secoli lontani. Aquileia è nota anche per il “Cimitero degli Eroi” posto nel retro della Basilica. Il cimitero raccoglie i resti mortali di alcuni soldati deceduti nel primo conflitto mondiale per i quali è stato impossibile il riconoscimento. Il cimitero conserva anche la tomba di Maria Bergamas, la madre di un soldato ignoto che ebbe il doloroso compito di indicare le spoglie del milite tumulato poi a Roma nell’Altare della Patria.

 

Il giorno successivo, nel tragitto verso Trieste,  seguendo il filo della tragica guerra 15-18, un’ultima doverosa deviazione  per il  Sacrario di Redipuglia la cui  imponenza monumentale non è statica memoria  di una immane tragedia, ma vivo e, purtroppo oggi più  che mai inascoltato, messaggio di quale assurda tragedia siano le guerre. Lasciati questi dolorosi ricordi e fatto rotta verso Trieste, abbiamo sistemato  i camper nell’accogliente Campeggio Village Mare e Pineta a Sistiana ad una ventina di chilometri dalla città. Nel pomeriggio, i più temprati, partendo dal campeggio, si sono avventurati lungo il sentiero Rilke per una mitica passeggiata panoramica sulla  roccia carsica, a strapiombo sul mare, fino al castello di Duino.

In serata spinti dal desiderio di una visita notturna della città di Trieste, grazie ad un bus di linea, un giretto “by night”  della  città  è stato un piacevole e interessante fuori programma .

L’indomani grazie ad un bus turistico prenotato per tempo  ed una super referenziata guida che ci ha accompagnato per tutto il giorno,  è iniziata  la visita di Trieste. Siamo partiti con una emozionante sosta ad  un “luogo della memoria” di disumana significatività, la Risiera di San Sabba. Una vecchia fabbrica destinata alla lavorazione del riso e diventata, durante il secondo conflitto mondiale, unico lager nazista dell’Europa meridionale. Un Campo di concentramento, di detenzione ed eliminazione fisica di detenuti per ragioni politiche e razziali e che, nonostante i tentativi delle famigerate SS di radere al suolo un luogo di sofferenza di migliaia di persone, conserva tutt’ora  memoria di quei tragici fatti, non solo attraverso la  visione delle celle di prigionia ma anche dalle piccole cose personali raccolte in apposite teche. Il triste ricordo di quel luogo è svanito con la passeggiata di Trieste accompagnati da una splendida giornata di sole e dalle indicazioni della guida, capace di illustrare dettagli e aneddoti della “Piccola Vienna sul mare”. La visita ha toccato i punti principali di una città che offre scenografie stupende a partire dalla Basilica di San Giusto con il suo  imponente rosone gotico, e poi giù verso il centro cittadino fino alla chiesa Serbo Ortodossa di San Spiridone, splendido esempio di stile bizantino, il   Borgo Teresiano  con i suoi palazzi neoclassici e liberty fino all’attraversamento del Ponte Rosso sul Canale Grande per sbucare poi nella stupenda Piazza dell’Unità d’Italia; uno spazio ricco di costruzioni rappresentative di una città da un passato e da un presente commerciale e economicamente attivo, crocevia fra diversi popoli e culture. Nella pausa pranzo il gruppo si è distribuito fra i numerosi localini dalle molteplici offerte gastronomiche, da quelle tipicamente triestine a base di bollito, crauti e cren dello storico locale “da Pepi” a quelle ancorate alle origini di una Pizza Napoletana. Va da sé che nella città che ha fatto della lavorazione e commercializzazione del caffè la sua  “cifra” nel mondo, nel dopopranzo il gruppo si è riunito sotto le tende dello storico caffè Degli Specchi, per ordinare un caffè in uno dei dieci modi triestini di servire la bevanda. Pomeriggio dedicato al Castello di Miramare  raggiunto grazie al nostro bus con la inseparabile guida a bordo. La storia della dinastia austriaca, della sua corte e della Principessa Sissi, è scorsa sotto ai nostri occhi visitando le stanze di questa piccola reggia e il suo meraviglioso parco. Non potevamo salutare Trieste senza vedere dall’alto il suo panorama. Una deviazione, prima del rientro, sul Monte Grisa ha permesso un colpo d’occhio spettacolare sulla sky line del golfo. Con questa immagine e quella più prosaica della cena conviviale nel ristorante del campeggio si è concluso il nostro “campertour”.

Un tour al cui successo hanno contribuito diversi fattori fra i quali: la bellezza dei luoghi, l’interesse suscitato da alcuni siti,  la bravura delle guide, un bus a disposizione per i brevi spostamenti, una preparazione meticolosa del viaggio, ma, soprattutto la flessibilità di movimento che offre il camper. Agrisosta, Area sosta, Campeggio, sono state le modalità che hanno permesso di dare concretezza ad un progetto da tempo nel cassetto e finalmente riuscito.

Testo di Monti Orianna e Luigi Lanza –  Foto di Silvano Casella